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Ma, come è nostra buona abitudine consolidata ormai da lungo tempo, procediamo con ordine e iniziamo a comprendere quegli elementi di base che saranno per noi più funzionali alla nostra discussione e che ci permetteranno di fornire al nostro lettore le informazioni basilari sugli alberi latifoglie scendendo però pur sempre a patti con le esigenze di sintesi che ci impone l’occasione. E quindi, cercando di aumentare la precisione della nostra definizione, dobbiamo considerare essenzialmente che nel linguaggio di tutti i giorni questi arbusti sono quelli a foglie larghe anche se, da un punto di vista squisitamente botanico, così facendo, vi è una sovrapposizione con la specie delle Angiospermae (etimologicamente indicano “piante dal seme protetto”) che sono in realtà caratterizzate sempre e comunque da foglie larghe.
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A conti fatti una delle considerazioni che ci può essere più utile a fini esplicativi è la distinzione netta e anche facile da ravvisare a occhio nudo che intercorre tra queste piante e le conifere. Le conifere sono un’altra enorme famiglia di piante che è caratterizzata da foglie sottili a forma di ago, da cui, infatti, assumono il nome con cui vengono comunemente definite, vale a dire le aghifoglie. E mentre questa seconda famiglia botanica, quelle delle conifere aghifoglie, è caratterizzata da specie sempreverdi, al contrario l’oggetto della nostra discussione sono nella larghissima maggioranza dei casi, per non dire nella totalità, caratterizzati da foglie caduche, vale a dire da foglie soggette al cambio stagionale. Tra gli alberi più comuni ci sono: il rovere, il frassino, il leccio, l’olmo, il pioppo, l’acero e il castagno.
Queste piante presentano moltissimi vantaggi, moltissime peculiarità che le rendono delle piante ideali ad essere coltivate come ornamentali in giardino o nei parchi. In primis a differenza delle resinose, ovvero dei pini e delle piante di quel genere, queste piante non perdono la resina e quindi ci si può tranquillamente parcheggiare sotto la propria automobile senza aver paura che la resina vada ad intaccare la carrozzeria. Le pinaceae infatti perdendo resina dai loro rami sono sconsigliatissime in zone dove abitualmente si parcheggiano le macchine perchè la resina, cadendo sulla carrozzeria, finisce per corroderla e quindi fare un danno non indifferente alla macchina.
Spesso si sente parlare di alberi di conifere e latifoglie come se fossero la stessa cosa; ma non è così.
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