Ma, come è nostra buona abitudine consolidata ormai da lungo tempo, procediamo con ordine e iniziamo a comprendere alcuni degli elementi di base più importanti che ci saranno di maggiore aiuto e sostegno ogni qual volta parliamo di gas per climatizzatori nell’ambito della nostra disanima in tema, una riflessione sintetica per le ben note ragioni di spazio ma che auguriamo rimanga sempre sufficientemente chiara per il nostro lettore. A conti fatti i progressi fatti nel campo dei climatizzatori in senso lato e dei gas per climatizzatori in senso più stretto si sono mossi principalmente in due direzioni vale a dire verso un maggiore risparmio energetico e tutela dell’ambiente e verso una crescente efficienza della performance. E, in entrambi gli ambiti appena citati, i progressi sono oggi decisamente evidenti.
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Uno dei primi esempi che è opportuno fare proprio per sottolineare la velocità dei progressi in tema di gas per climatizzatori nonché il senso delle innovazioni stesse è quello che riguarda uno dei gas per climatizzatori da sempre più utilizzato all’interno delle nostre abitazioni vale a dire il cosiddetto R-22. Si tratta di uno dei più comuni tra i gas per climatizzatori ed è classificabile come un idroclorofluorocarburo che, una volta rilasciato nell’aria, al suo contatto con i raggi del sole produce calore. Il suo funzionamento è per questo assimilabile ad un altro trai gas per climatizzatori più diffusi e ancora più vecchio, vale a dire il cosiddetto R-407C. Ma, ad ogni modo, si tratta di un prodotto che, in base alle più recenti direttive in materia, non assicura il massimo rispetto dell’ambiente e che è quindi prossimo al divieto di utilizzo in tutta Europa. Perché, oggi, tutto viene valutato in base alle certificazioni energetiche.
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