Qual è la ragione per cui quando si ha a che fare con i giardini zen, ci si trova di fronte a vere e proprie opere d’arte nell’ambito del giardinaggio? Il motivo è più semplice di quello che si possa credere, e di certo non è legato agli elementi che abitualmente si trovano entro i confini di un luogo di questo tipo. Infatti, un giardino zen è composto unicamente da pietre e ghiaia: questi due elementi sono messi insieme in modo da raffigurare le piante, le pietre e l’acqua, fattori fondamentali di questo luogo. A questo punto, la domanda sorgerà spontanea, soprattutto nel lettore profano: com’è possibile ottenere l’acqua dalle pietre? Non si ottiene l’acqua dalle pietre anche perché questo è fisicamente impossibile, ma si tracciano dei solchi sulle distese di pietre in modo tale da raffigurare fiumi e corsi d’acqua. I fiumi di ghiaia con i solchi fanno rappresentano linee di moto acquatico che si scontrano con massi di dimensioni variabili e disposti in ordini pressoché casuale. E’ quello che succede in mare, ma anche in corrispondenza di fiumi, laghi e torrenti. L’acqua scorre, più o meno imperiosa, e tra gli ostacoli che incontra ci sono molto spesso le pietre. Questi due elementi, pietre e ghiaia, così combinati, danno interamente l’idea di una natura dominante, forte e difficilmente controllabile, immagine e concezione cara anche alla filosofia insita nei giardini all’inglese. Conosciuti in Giappone come Bonseki, i giardini zen trovano una diffusione sempre più crescente in tutti i continenti del mondo. Sono usati moltissimo, e in dimensioni variabili, in Europa e in America, e sono conosciutissimi, naturalmente, in tutto il continente asiatico? Ma qual è la loro natura? Perché sono nati proprio in Giappone e con quale obiettivo precipuo? A portare alla luce i giardini zen sono stati i monaci zen, che entro i confini di questi luoghi trascorrono le proprie ore dedicandosi alla meditazione e alla riflessione religiosa. Quando varcano i confini dei giardini zen, i monaci si proiettano in una dimensione che gli consente di entrare in contatto con una natura intrisa di simbolismo, e che in pochi metri riesce a racchiudere la forza di tutti gli elementi che abbiamo a disposizione. Va da sé, dunque, che quando a un giapponese si parla di giardino zen, si riscontrino immediatamente venerazione e rispetto. I giardini zen sono un vero e proprio luogo sacro nella terra del Sol Levante. Nelle righe che seguono, porremo sotto la lente di ingrandimento i giardini zen più famosi e conosciuti al mondo.
Un giapponese o un cittadino del mondo che intenda sapere tutto sui giardini zen, ha bisogno innanzitutto di un esempio, di un luogo da prendere come riferimento essenziale per capire nel dettaglio con che cosa ha a che fare. E in questo caso, un riferimento perfetto non può che essere il tempo di Ryoan-Ji, situato naturalmente in Giappone e considerato dagli esperti il giardino zen perfetto, quello in cui tutti gli elementi essenziali di questa categoria sono combinati in maniera pressoché perfetta. E’ un luogo che rappresenta un vero e proprio punto di riferimento non solamente per turisti e curiosi, ma soprattutto per i monaci zen, che in esso rivedono la possibilità di meditare in tutta tranquillità e che ad esso attribuiscono addirittura un effetto calmante. Chi ha studiato da vicino i giardini zen lo ha fatto spinto soprattutto dalla voglia di confrontarsi con un simbolismo tutto da scoprire: nelle righe precedenti, abbiamo dato una lettura sommaria dei fattori fondamentali in un giardino zen, cercando di farne emergere l’importanza e l’insostituibilità. I massimi esperti di giardinaggio zen vedono, per esempio, nelle strisce tracciate sulla ghiaia, nientemeno che la forza dell’oceano che bagna le tre isole dell’arcipelago nipponico. L’acqua è l’anima del giardino zen, un luogo secco eppure bagnato! Le pietre, poste apparentemente in un ordine inesistente e casuale, rappresentano le tre isole del Giappone: Honshu, Kyushu e Hokkaido. Abbiamo già visto che insieme alla ghiaia, le pietre rappresentano un elemento fondamentale nella fisionomia di un giardino zen. Tuttavia, quando si parla di pietre, non si fa solamente riferimento ai massi che simboleggiano le isole del Giappone. La massa più corposa di rocce presenti nei giardini zen rappresenta una mamma tigre con i cuccioli che nuota verso un drago. Due animali cari non tanto al Giappone stesso quanto all’intero continente asiatico, trovano entro i confini di un giardino zen la loro piena collocazione. Le discussioni, a riguardo, non mancano. Una cosa che non possiamo fare a meno di dire, a proposito del giardino zen, è che esso rappresenta un luogo che non ha mai smesso di dividere gli studiosi, giapponesi e non, sulla consistenza e sul valore degli elementi. Alcuni scienziati sono soliti ritenere che le pietre formino l’immagine subliminale di un albero. Si tratta di una percezione che viene maturata dalla mente subconscia.
Tra l’altro, il sovraccitato effetto calmante dei giardini zen pare dipendere, stando a quanto emerso dagli ultimi studi a riguardo, proprio dalle pietre. In pratica, la mentre subconscia riconosce nella presenza delle pietre, l’immagine di un albero, da cui scaturiscono poteri calmanti sull’animo umano. Insomma: non abbiamo a che fare con un semplice giardino, non ci troviamo di fronte a uno di quei luoghi che possono essere facilmente imitati. Piuttosto, siamo di fronte a un vero e proprio esempio di giardino polifunzionale, di luogo capace di lasciare il segno e far parlare di sé, vale per gli amanti del giardinaggio e della cultura giapponese, come per i profani e per i curiosi. Abbiamo già sottolineato in precedenza il fatto che quando si parla di giardini zen, si ha a che fare con qualcosa di inimitabile, ma è anche vero che stiamo parlando di un luogo che viene riprodotto molto spesso e in tutti gli angoli del mondo. E’ tutt’altro che insolito, infatti, imbattersi in giardini zen costruiti nella parte posteriore delle abitazioni europee: generalmente, chi decide di realizzarli nutre una passione per la filosofia orientale o per il Giappone, oppure è semplicemente spinto dalla moda del momento. A onor del vero, c’è da dire che adesso la diffusione dei giardini zen si è ridotta: fino a tutti gli anni ’90, questi luoghi venivano riprodotti molto spesso in tutta Europa. Da notare che non venivano realizzati solamente come spazio esteriore, ma anche all’interno delle mura domestiche, in dimensioni ridotte. I giardini zen, infatti, si possono ottenere anche in piccoli spazi, chiusi, tavolette di pochi centimetri in cui si sceglie di riprodurre gli elementi e le tradizioni tipiche di questo fenomeno. C’è da aggiungere anche che, non trattandosi di un giardino umido e non essendoci acqua, il giardino zen può anche essere realizzati in salotto, in camera da letto, in cucina, a seconda dei gusti di chi lo vuole. Si evidenzia qualche metro quadrato, ci si reca in un negozio specializzato e si acquistano pietre e ghiaia a sufficienza per realizzare disegni significativi. Si tratta di una soluzione estremamente trendy e anche low-cost: creare un giardino zen in casa costa molto (ma molto) meno che coltivare un giardino naturale all’esterno della propria abitazione. Legare le parole “Giappone” e “Giardinaggio” vuol dire giocoforza ritrovarsi a parlare dei giardini zen, un vero e proprio fenomeno di diffusione mondiale che, ci auguriamo, abbiamo trattato in maniera chiara ed esaustiva.
COMMENTI SULL' ARTICOLO