In base a quanto stabilito dal comma 1 dell’articolo 3 del Testo Unico sull’Edilizia – TITOLO I, Disposizioni Generali (DPR 380/01 e successive modifiche), se il rifacimento di una copertura prevede il riutilizzo del materiale esistente, farà parte degli interventi di manutenzione ordinaria, quegli interventi che hanno cioè lo scopo di riparare, rinnovare e sostituire le finiture degli edifici, di integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti; se, invece, bisogna utilizzare materiale nuovo o anche diverso, l’intervento sarà considerato come manutenzione straordinaria, categoria di cui fanno parte tutti quegli interventi necessari a rinnovare e sostituire parti anche strutturali di edifici, a realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, senza però alterare volumi e superfici o modificare le destinazioni d’uso.
Il Permesso di Costruire e la DIA, ovvero la Denuncia di Inizio Attività, sono i documenti necessari, da richiedere in base ai modi e ai tempi stabiliti dalla legge.
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Una copertura ideale deve infatti garantire l’isolamento sia dal freddo dell’inverno, sia dal caldo della stagione estiva, grazie a specifici pannelli isolanti che vanno collocati sotto il manto di copertura. Inoltre deve essere ventilata, in modo da garantire che tra l’isolamento termico e il manto di copertura ci sia un adeguato passaggio di aria. E, infine, deve essere impermeabilizzata, cioè al di sotto del manto di copertura deve essere applicata una impermeabilizzazione che garantisca la protezione dalle infiltrazioni dovute all’azione degli agenti atmosferici. Se anche una sola di queste caratteristiche viene meno, sarà necessario intervenire, perché un tetto danneggiato o malmesso può arrecare danni molto seri alla struttura dell’abitazione, danni dovuti in particolare ad infiltrazioni delle acque piovane, alla formazione di muffa o alla dispersione di calore.
Il prezzo di questo tipo di lavoro varia in base alla ditta alla quale si decide di affidare l’incarico e in base alla qualità del materiale utilizzato e alla quantità necessaria per la sua realizzazione (quantità che dipende dalla superficie del tetto da rifare). Al prezzo finale, che viene calcolato al metro quadro, va poi aggiunta l’Iva, secondo quanto stabilito dalla vigente normativa in materia di lavori edili.
In linea generale, comunque, tutti gli interventi necessari che riguardano il rifacimento di un tetto, qualunque sia il materiale in cui questo è costruito, sono gli stessi: il montaggio del ponteggio e delle barriere di protezione per la messa in sicurezza del cantiere e degli operai; lo smontaggio del vecchio tetto, operazione che comporta lo smantellamento di tegole, travi ed altro materiale deteriorato, e l’eventuale accatastamento di quello che potrà essere riutilizzato; lo smaltimento della vecchia copertura presso discariche autorizzate, secondo quanto stabilito dalla legge in materia; il ripristino delle vecchie travi in legno, se queste sono in buone condizioni, oppure la posa in opera de nuove travi; l’impermeabilizzazione per la protezione dagli agenti atmosferici; la posa in opera di perline; l’isolamento termico con materiale specifico (quello più usato è il poliuretano espanso); la ventilazione e la micro ventilazione; la fornitura e il montaggio di grondaie, discendenti e scossaline, o l’eventuale riutilizzo dello stesso materiale, se non deteriorato; la realizzazione del manto finale di copertura, con fornitura e posa in opera di tegole, che potranno essere di diverso tipo (tegole Portoghesi, tegole Marsigliesi, embrici, coppi, tegole in cemento, tegole bituminose, ecc.), oppure, anche in questo caso, c'è la possibilità di riutilizzare quelle già presenti, integrandole con le mancanti. Questi sono i passaggi che servono a rendere l'opera finita, ovvero realizzata "a regola d'arte".
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