Quando si parla di verniciatura, si fa riferimento ad un’operazione estremamente comune, e che può rendersi necessario entro i confini di un’abitazione come per ambienti esterni e oggetti a se stanti. Si può verniciare una macchina, una porta, un armadietto, un frigorifero, un motorino, il tetto di una cantina, una saracinesca. Può capitare dappertutto di imbattersi nel forte odore di vernice: a molti piace, ad altri no, di sicuro la sua inalazione prolungata non fa benissimo. Come in ogni ambito, anche nella pitturazione la tecnologia ha fatto il proprio ingresso, influenzando in maniera pressoché totale il modo di lavorare. Un tempo la verniciatura avveniva con pennelli, a cui con il passare del tempo sono subentrati strumenti sempre più avanzati. Oggi si usano in maniera praticamente comune le “frecce”, ovverosia le pistole ad alta pressione che fanno capolino presso gli autolavaggi. La vernice è caricata in bombole pressurizzate e viene sparata dove necessario, ma in base a regole da non sottovalutare. Illustrata in maniera grossolana, la verniciatura può sembrare infatti all’altezza di tutti e facilissima da eseguire, ma non è così. Innanzitutto perché occorrono precisione e mano ferma nella realizzazione della pitturazione, in secondo luogo perché la vernice non può essere fisicamente presa e sparata dove necessario. Va utilizzata alla temperatura giusta e nelle condizioni climatiche giuste. A chi non è mai capitato di imbattersi in un’automobile la cui carrozzeria esterna fosse macchiata da croste elevate rispetto alla superficie naturale delle portiere, del tetto, del portabagagli o del cofano anteriore? A nessuno, probabilmente: capita molto spesso, soprattutto quando non ci si rivolge a professionisti qualificati, che in seguito alla verniciatura la macchina subisca danni di questo tipo, e la vernice si stacchi fisicamente dalla superficie su cui è stata sparata. Perché succede questo? Per un motivo molto semplice: il prodotto non è stato trattata in maniera adeguata, e non è stato utilizzato alla giusta temperatura e nelle giuste condizioni. Il grado di diluizione e i gradi centigradi di quello che comunque rappresenta un prodotto chimico e tossico, rappresentano fattori di fondamentale importanza. Sottovalutarli, prima di mettersi all’opera, può risultare deleterio ai fini dello svolgimento del lavoro.
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Quali sono le ragioni essenziali che spingono qualcuno ad optare per la verniciatura, in casa o negli ambienti esterni? Possono essere molteplici. C’è chi sceglie di verniciare semplicemente ad uso decorativo, spinto dalla voglia di cambiare le connotazioni estetiche di un oggetto, e chi sceglie di verniciare per assicurare alla propria auto o a un qualunque altro oggetto, la protezione dalla ruggine o dagli agenti che possono danneggiarlo. In entrambi i casi, c’è un fattore che è impossibile sottovalutare: la qualità della vernice: non ci si può mai accontentare di un prodotto di bassa lega, magari invogliati dalla possibilità di risparmiare qualche euro. Chi più spende meno spende: una massima valida in tutti i settori e a maggior ragione in un ambito legato alla delicatezza delle azioni e all’importanza dell’estetica. Una macchina fresca verniciata con un prodotto di scarsa qualità, rimane una macchina fresca verniciata per pochissimi mesi. Per le ragioni che abbiamo pocanzi analizzato: una vernice di scarsa qualità crea problemi con l’avanzare del tempo. Si creano croste, malformazioni, bolle d’aria sugli oggetti verniciati, e la frittata è presto fatta. Un modo essenziale per proteggere ciò che si vernicia dalle insidie del tempo prevede l’utilizzo della pittura antiruggine. Quella arancione, esatto, che viene passata sui cancelli, sulle inferriate, sulle parti meccaniche da verniciare, prima della spruzzata di vernice. Si tratta di un’azione ormai pressoché meccanica, ma fondamentale per garantire una buona tenuta nel tempo. Che si tratti di un oggetto di grandi o piccole dimensioni, poco importa: l’antiruggine dà una grossa mano nella conservazione dei prodotti, e poi costa poco, quindi con uno sforzo tutt’altro che rilevante si assicura vita più lunga a ciò che si vernicia. Nei paragrafi precedenti abbiamo esaminato, tra le altre cose, lo sviluppo della pratica della verniciatura nel tempo e l’influsso della tecnologia sui modi che l’uomo ha usato per colorare in maniera efficace gli oggetti a cui era interessato. Ebbene, nelle righe seguenti focalizzeremo la nostra attenzione su una tipologia di verniciatura sempre più frequente, negli ambiti più svariati. Stiamo parlando, naturalmente, della verniciatura a polveri, un procedimento estremamente conosciuto, soprattutto nei laboratori di carrozzeria: le autovetture di piccole e grandi dimensioni vengono ormai verniciate solo ed esclusivamente mediante questo tipo di pratica.
Dunque, come funziona la verniciatura a polveri? Per prima cosa, diciamo che si tratta di una pratica di rivestimento delle superfici metalliche mediante un film organico, di cui ci si serve per due ragioni: o a scopo puramente decorativo ed estetico, oppure con l’obiettivo di preservare il prodotto dall’azione corrosiva di agenti esterni. Il primo passaggio previsto da questo procedimento prevede che i pezzi da verniciare vengano ricoperti di una polvere particolare (detta, appunto, polvere verniciante) realizzata a base di resine sintetiche. Tale polvere aderisce alla superficie per effetto elettrostatico, prima di venire sottoposta al secondo passaggio. Dopo la polvere arriva il forno: l’oggetto in questione viene trasportato in un forno a temperature altissime, dove la polvere prima si fonde e poi si polimerizza, aderendo alla superficie da verniciare in maniera perfetta e indelebile. Stiamo parlando di una pratica che rappresenta sì l’ultima frontiera della verniciatura, ma che al contempo è disponibile presso la maggior parte delle officine di carrozzeria e non solo. Le autovetture, al giorno d’oggi, vengono praticamente verniciate sempre e solo così. Per i gestori, tuttavia, il forno per la verniciatura in polvere rappresenta un investimento importante, in quanto si tratta comunque di un macchinario di dimensioni relativamente grandi. Tale dotazione prevede la presenza di un nastro trasportatore a catena, dove scorrono i pezzi da verniciare, che generalmente sono parti metalliche di vario tipo. Successivamente è presente un sistema di lavaggio pezzi: gli oggetti, infatti, prima di essere verniciati, vengono lavati approfonditamente, prima di entrare nel forno vero e proprio, dove avviene l’importantissima fase di polimerizzazione. Infine, a completare l’impianto sono presenti le cabine di applicazione, ovvero i locali di piccole dimensioni dove si trovano le pistole elettrostatiche o triboelettriche. E’ importante osservare che anche in questo caso, come per la verniciatura classica, è fondamentale assicurarsi un prodotto di buona qualità che va preparato al lavoro necessario. E’ fondamentale tenere presente le condizioni in cui si lavora e le temperature da tenere sempre sotto controllo, per ottenere risultati soddisfacenti sotto tutti i punti di vista. Per il resto, che si tratti di acciaio, zinco, metalli nobili o alluminio, poco importa: comprate la vernice giusta e trattatela nel modo giusto, non ve ne pentirete.
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