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Innanzi tutto dobbiamo spiegare cosa si intende per innesto. Si tratta di un'attività propria della scienza agronomica finalizzata a moltiplicare, cioè riprodurre, molteplici tipi di piante da fiore o da frutto.
Due parti di due differenti piante, parti che vengono chiamate bionti, vengono unite tra loro (alcuni parlano di fusione, ma non ci sembra del tutto corretto almeno nella fase iniziale del procedimento).Al termine dell'operazione, se questa è stata ben effettuata, si otterrà una nuova pianta o meglio un'unica pianta che è costituita da porzioni di due soggetti i quali in origine erano diversi. Nel caso specifico si deve agire su porzioni legnose che hanno una sola gemma.Il principio che sta alla base di tale procedimento di propagazione è molto semplice ed è poi il medesimo della marza. Si tratta di riunire due pezzi di pianta tra loro affini.Lo scopo è quello di sperimentare la possibilità di dare vita ad un nuovo organismo biologico, che sia una variante di un determinato organismo facente parte del mondo vegetale.In questo nuovo organismo complesso, il soggetto inferiore apporta l'apparato radicale, mentre quello superiore configura la chioma.Tale unione si realizza per effetto del callo che si crea successivamente all'avvenuta saldatura delle due parti. La pianta innestata può essere un albero, un arbusto, una pianta erbacea.Le piante innestate hanno la caratteristica di produrre più rapidamente rispetto alle semenzali (cioè nate da un seme).Ovviamente nelle intenzioni del selezionatore il nuovo "individuo vegetale" dovrebbe risultare in qualche aspetto migliore degli esemplari originali di riferimento, vale a dire essere se non più bello da un punto di vista estetico, almeno più forte e resistente a insetti, nematodi e funghi o comunque capace di adattarsi meglio a determinate situazioni climatiche tradizionalmente non gradite dal suo genere d'origine, come gli eccessi di umidità di un certo terreno.Gli esperimenti mirano inoltre a perseguire un obiettivo molto preciso, vale a dire creare delle varianti in grado di resistere bene alla minaccia dei parassiti o alle tipiche malattie che sono solite colpire una determinata specie, soprattutto quando viene messa a dimora in un luogo non proprio favorevole, per ignoranza del coltivatore: un'ipotesi che nei fatti è molto più frequente di quello che si potrebbe pensare.Altri cercano più semplicemente di creare piante con la capacità di dare frutti più abbondanti o più saporiti e quindi più facilmente collocabili sul mercato.
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Alla pianta dalla quale viene prelevata la gemma si dà abitualmente il nome di nesto o oggetto.
Chi voglia servirsi di questa tecnica deve dunque prendere una gemma prelevandola dalla parte lignea di un ramo.
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