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Se l'immobile per cui si è chiesto il mutuo viene acquistato, esso deve essere adibito ad abitazione principale entro un anno dalla stipula del mutuo. In caso di ristrutturazione, si può chiedere una proroga fino a due anni. In questo caso, però, le agevolazioni fiscali saranno richiedibili solo a partire dal termine della ristrutturazione. Se l'immobile acquistato è occupato da inquilini, la notifica di sfratto dovrà essere inviata entro tre mesi dalla stipula del mutuo e andrà sempre rispettato l'anno per adibire l'immobile ad abitazione principale. Una eccezione a questa regola è ammessa dal trasferimento per motivi di lavoro occorsi dopo la stipula del mutuo o in caso di ricovero permanente in istituto di cura. In questi ultimi casi le agevolazioni fiscali restano a patto che l'immobile non venga dato in locazione. In caso di costruzione o ristrutturazione, il mutuo deve essere stipulato entro i sei mesi prima o dopo l'inizio dei lavori e si deve adibire l'immobile ad abitazione principale entro sei mesi dal termine di questi.
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E' importante tenere presente che ogni anno, nella dichiarazione dei redditi, sarà possibile detrarre gli importi relativi al mutuo solo ed esclusivamente per le spese sostenute nel corso dell'anno. Vanno anche tenuti presenti i massimali di detrazione, che sono di 4000 Euro per mutuo d'acquisto e 2582,28 Euro per mutuo da ristrutturazione.
L'importo massimo del mutuo a cui è possibile applicare le detrazioni è quello costituito dal costo dell'immobile a cui si aggiungono eventuali spese di mediazione immobiliare, notarili e fiscali relative al mutuo. Se l'importo totale del finanziamento supera questa somma, l'eccedenza sarà esclusa dalle agevolazioni fiscali. In caso di ristrutturazione, ogni anno sarà possibile detrarre esclusivamente le spese relative alla frazione di mutuo utilizzata fino a quel momento per i lavori. In caso di mutui cointestati, il beneficio fiscale viene ripartito tra i cointestatari in misura della loro partecipazione al mutuo. Se uno dei cointestatari non ha reddito e, quindi, non paga l'IRPEF, la sua quota di agevolazioni viene perduta. Questo non si applica in caso in cui il cointestatario sia un coniuge disoccupato.
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