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Come è facilmente intuibile, l’acqua è un elemento di vitale importanza per la sopravvivenza di qualsiasi organismo vivente sul pianeta. Una scarsa idratazione può avere sul lungo termine effetti irrimediabilmente fatali. D’altro canto, anche un eccesso d’acqua causa i suoi svantaggi in numerose occasioni. Gli alberi, in natura, sviluppano un particolare sistema di intercettazione delle risorse idriche che va dalle radici alle foglie. Se il suolo presenta una percentuale d’acqua inferiore al 20%, le probabilità di sopravvivenza dell’albero diminuiscono notevolmente, e tutti i processi fisiologici che stanno alla base della sua crescita e proliferazione cessano la loro attività portando inevitabilmente, sul lungo periodo, alla morte. Tuttavia anche una esposizione eccessiva e superflua all’acqua creerà seri danni alla nostra pianta. Per questi motivi occorre valutare con ponderatezza quando e come irrigare il nostro bonsai, per quanto tempo e con quale frequenza. Malgrado ciò, è davvero difficile stabilire degli standard in questo senso. Occorrerà tenere conto caso per caso di variabili di tipo climatico, poi di quelle podologiche, di quelle attinenti a ciascuna pianta in base alla sua provenienza, e infine di variabili di tipo ambientale, stagionale, fisiologico. Non di meno bisognerà valutare anche lo stato di salute precipuo di ciascun bonsai.
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Le variabili climatiche devono necessariamente tenere conto della durata del periodo di esposizione alla luce solare. La luce solare apporta significativi cambiamenti nella struttura del bonsai, come in quella di qualsiasi altro organismo vivente. In questo senso, è importante valutare anche il tempo di esposizione.
Altro fattore determinante fra le variabili climatiche è rappresentato dal vento. Periodo, intensità e durata avranno effetti peculiari e differenti di pianta in pianta, così come periodo, intensità e durata della esposizione alla pioggia.Naturalmente vien da sé che anche la temperatura porta i suoi effetti significativi.  
Fra le variabili ambientali contiamo ovviamente il grado di umidità ma anche eventuali strutture che smorzano il vento o la pioggia nonché la collocazione: interna o esterna?
Le variabili fisiologiche sono strettamente legate al ciclo vitale della pianta stessa. Il periodo di fioritura, di fruttificazione, di riposo invernale o estivo. Oltretutto concorrono anche elementi quali la defoliazione e la potatura nella valutazione per ottenere una corretta annaffiatura.
Tutto ciò che riguarda terriccio, mescole e substrati, nonché tipologia di drenaggio e collocazione in vasi fa parte delle variabili podologiche
  
Quale provenienza ha la pianta? Dove è cresciuta? A quale specie appartiene? Rispondere a queste domande è fondamentale per operare una annaffiatura salutare ed equilibrata. 
 
 Può risultare molto utile rimescolare di tanto in tanto il terreno dei vasi in superficie, specialmente nella parte che si trova a ridosso del fusto. Questa operazione renderà più semplice l’annaffiatura del ceppo. Infatti capita non di rado che gli alberi irrigati con sistemi tradizionali mantengano una zona circolare attorno al fusto piuttosto asciutta. In questo modo si eviterà una pericolosa disidratazione.
       
        Le piante coltivate in piccoli contenitori necessitano di annaffiature regolari e ben dosate. Evitiamo di lasciare il te
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