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Un’altra domanda che sorge assolutamente naturale è relativa alla differenza tra pilastri e travi, entrambi fondamentali nell’assetto strutturale di un’abitazione, entrambi utili a garantire stabilità alle costruzioni. Allora quale distinzione c’è da fare relativamente a questi due elementi? Sostanzialmente, questi vanno divisi in base allo sforzo che sono chiamati a realizzare: i pilastri sono caratterizzati da un comportamento a prevalente sforzo normale, mentre le travi intese in senso stretto sono chiamate a lavorare soprattutto in flessione, nell’ambito di un’abitazione o di una costruzione qualunque. La seconda differenza che possiamo individuare è anche quella più facile da notare, soprattutto se si ci si trova di fronte a un telaio regolare, e ha a che fare con il loro posizionamento: i pilastri rappresentano elementi verticali di sostegno, mentre le travi lavorano unicamente per vie orizzontali, e sono caratterizzate dalla capacità di sostenere anche uno sforzo in oscillazione.
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Una ulteriore, ma non meno importante, distinzione tra le varie tipologie di travi, è possibile realizzarla in base al materiale di composizione, che non è detto sia sempre lo stesso, anzi. Come abbiamo visto, le travi in legno rappresentano una soluzione estremamente gettonata, specie laddove si desideri dare alla casa un’impronta rustica, ma accanto a questo materiale naturale, è tutt’altro che insolito l’utilizzo di sostanze artificiali quali il calcestruzzo e il cemento armato, che viceversa dominano nella maggior parte delle costruzioni. Con il passare del tempo, tra l’altro, l’uomo ha provveduto da sé ad una standardizzazione delle realizzazioni abitative: nelle grandi strutture meccaniche, come fabbriche e grandi officine, le travi vengono realizzate soprattutto in acciaio (materiale che fa capolino anche altrove, nei grattacieli, per esempio). Ricorrenti in diversi ambiti sono le cosiddette travi miste, costruite mediante l’utilizzo di due o più materiali: acciaio e calcestruzzo, acciaio e laterizio armato e così via…
Dando un’occhiata alla storia, si capisce ad occhio nudo e senza uno sforzo particolare che quando si parla di travi si ha a che fare con qualcosa che per i grandi scienziati non ha mai rappresentato un mistero. Né per quanto riguarda lo studio e l’utilizzo, né per quanto concerne l’interpretazione e la costruzione. Uno dei primi nomi collegati all’approfondimento relativo alle travi è quello di un certo Galileo Galilei, che rappresenta senza ombra di dubbio il padre fondatore della Scienza delle costruzioni. Dopo di lui, niente è stato come prima: vale per la fisica, per la chimica, per la scienza in genere, e per la capacità umana di realizzare spazi abitativi adatti alle sue esigenze. Se è vero che dopo Galileo Galilei le teorie relative alle travi non sono state più le stesse, è anche vero che dopo di lui tantissimi scienziati hanno approfondito l’identità e le possibilità di utilizzo delle travi in ambito costruttivo, influenzando notevolmente il futuro di questi prodotti fondamentali. Giusto per citarne alcuni, possiamo fare i nomi di Saint Venant, Eulero, Bernoulli e Navier. Nomi che ai più diranno poco o nulla, ma che negli studiosi di Scienza delle costruzioni incutono rispetto e ammirazione: beneficiarono anche – naturalmente- di condizioni tecnologiche e di una maggiore ricchezza di elementi, ma ciò non toglie nulla all’arguzia e alla profondità delle loro trovate, che ebbero un successo testimoniato inequivocabilmente anche dai posteri.
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