Riforma del catasto

A cosa serve la riforma del catasto

Si parla di riforma del catasto da molti anni. La riorganizzazione catastale prevede un’entrata nelle casse dello Stato di circa 40 miliardi di euro. L’obiettivo del governo è quello di creare un sistema fiscale più equo partendo proprio dalla revisione dei fabbricati. La ristrutturazione serve per attribuire all'immobile la giusta rendita e l’esatto valore patrimoniale tenendo conto anche del luogo dove è collocato, se in un centro storico o in zone calamitose. La nuova valutazione dei fabbricati è rilevante perché su questi dati in futuro saranno calcolate importanti tasse come l’IMU, la Tares e la Service Tax.
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La situazione attuale

carte catastali Se prendiamo in mano una visura catastale ci troviamo di fronte delle voci che, con la nuova riforma spariranno. I dati identificativi degli immobili oggi sono costituiti:

- dal foglio e dalla particella, due voci reperibili sulla mappa catastale e utili a ricercare l’immobile all’interno degli archivi nazionali;

- dalla categoria catastale, che serve per classificare gli immobili e determinarne le rendite. In Italia la situazione è al collasso per quanto concerne le categorie catastali, poiché nel corso degli anni molti immobili hanno subito modifiche strutturali, (come diversi garage trasformati in appartamenti), ma nessuna variazione a livello catastale. Il contribuente tuttora continua a pagare le tasse calcolando le imposte su una rendita attribuita a una categoria catastale non aggiornata e sottraendo così soldi allo Stato;

- dalla consistenza dell’immobile, che viene espressa in vani, ma che per il catasto non corrisponde ai vani fisici dell’abitazione. I vani catastali detti "vani principali" sono le camere, i saloni, la cucina, considerati i luoghi di effettivo utilizzo. I bagni, i ripostigli, gli ingressi vengono considerati un terzo di un vano, mentre le cantine ecc. un quarto di un vano;

-dalla classe catastale che identifica il "grado di produttività" dell’unità immobiliare. Più il numero di appartenenza è alto e maggiore è la redditività.

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Cosa cambia

mappe catastaliIn passato i fattori principali che venivano presi in esame per il calcolo della rendita catastale erano: i vani, la categoria e la classe. La prima rivoluzione a cui assistiamo con la riforma catastale è la scomparsa dei vani, e al loro posto vengono introdotti i metri quadri effettivi dell’abitazione, quindi non saranno più il numero delle stanze a determinare il valore di un immobile. Le sorprese non finiscono qui, un’altra novità è il calcolo della rendita catastale. Quest’ultima viene valutata secondo un calcolo algoritmo che tiene conto di una serie di elementi che caratterizzano il fabbricato: la localizzazione (urbana e rurale), la localizzazione territoriale e geografica (zona a rischio di calamità naturali), le caratteristiche architettoniche, il valore di mercato, lo stato di conservazione, la qualità, e altro ancora. Questo tipo di calcolo penalizza chi vive in città turistiche o in centri storici poiché si troverebbero a pagare di più, sarebbero favoriti i proprietari di immobili locati nelle periferie anche se il governo attraverso un processo di compensazione effettuerà degli sconti sulle aliquote da versare. Inoltre saranno previste delle detrazioni e ulteriori deduzioni sulle imposte con una revisione delle aliquote per mantenere inalterato il carico fiscale. Una volta elaborati questi valori, si ottiene un coefficiente che sarà moltiplicato per i metri quadri dell'immobile: il risultato determinerà il valore patrimoniale. I cittadini hanno a disposizione un anno per fornire all’Agenzia delle Entrate tutti i dati indispensabili per elaborare le rendite catastali e i valori patrimoniali. Il governo prevede per i Comuni degli incentivi qualora venissero individuati immobili abusivi.


Riforma del catasto: Come recuperare le visure catastali

Dal 2012 il recupero delle visure catastali non è più gratuito. Gli unici ad essere esentati dal pagamento sono le persone fisiche che vogliono accedere al controllo dei propri immobili. Notai, geometri, architetti e altri professionisti per procurarsi le visure devono pagare tariffe che aumentano secondo il tipo e la quantità di materiale da esaminare. Se i fabbricati sono intestati a una società, la visura è gratuita se a farne richiesta è il legale rappresentante. Per chi esegue le visure per via telematica, e anche per incentivare l’uso degli strumenti digitali, la circolare dell'Agenzia del Territorio prevede uno sconto del 10%.



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