Ma, come è nostra buona abitudine consolidata ormai da lungo tempo, procediamo con ordine e iniziamo a comprendere alcuni degli elementi di base che più potranno esserci utili nel corso della nostra disanima in materia di tessuti orientali, un’analisi sintetica la nostra, per le ben note ragioni di spazio ma che speriamo rimanga sempre e comunque sufficientemente chiara ed esauriente. In effetti la prima considerazione da fare è quella che tende a restringere il raggio d’azione della nostra discussione in merito ai tessuti orientali in quanto quello che nella fattispecie concreta ci interessa è solo una piccola parte dei tessuti orientali oggi in commercio, vale a dire quelli destinati all’arredamento e non ad altri impieghi come, ad esempio, l’impiego nell’industria dell’abbigliamento anch’esso in netto aumento negli anni.
Come abbiamo ristretto il campo sui tessuti orientali partendo dalle destinazioni, vale a dire abbiamo specificato che stiamo nell’occasione facendo riferimento ai tessuti orientali da utilizzare nell’ambito dell’arredamento, lo stesso purtroppo non possiamo fare per quanto riguarda la questione della provenienza geografica dei tessuti orientali. Vero è che parlare di tessuti orientali in senso lato potrebbe portarci a incamerare una quantità di informazioni troppo ampia ma è altrettanto vero che quando si parla e si immaginano i tessuti orientali per eccellenza si pensa a prodotti provenienti da un’area geografica talmente vasta da rendere impossibile ogni tipo di delimitazione minore: perché sono tessuti orientali quelli che vengono da Cina e Giappone, da alcun aree dell’Indonesia, dall’India ovviamente e anche dall’attuale Iran e dalla zona del Medio oriente in senso più ampio.
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