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Forse non tutti sanno che esiste una norma europea, la UNI EN 13049, che permette di valutare la sicurezza di una finestra, alle intemperie, ai terremoti, ma anche in termini antieffrazione. Questa norma impone ai costruttori di effettuare un test: la prova di urto da corpo molle e pesante. Il test in pratica è una prova di resistenza allo sfondamento. Il test viene svolto sottoponendo un infisso all'impatto con un oggetto pesante, costituito da un ruotino metallico con una massa di 50 Kg, che viene lasciato cadere da una altezza determinata contro un lato dell'infisso stesso, la prova viene ripetuta in punti specifici dell'infisso, considerati critici. La norma esiste, i costruttori effettuano la prova, ma quanti, prima di acquistare gli infissi nuovi per la casa o per l'ufficio, leggono i risultati del test? La bontà di una finestra antieffrazione inizia proprio da qui, dall'informarsi circa il superamento del test. Infatti, il risultato concorre ad assegnare una valutazione che è più alta in corrispondenza di una maggiore resistenza dell'infisso agli urti violenti a cui è sottoposto. La valutazione varia da 1, la minima, a 5, la più alta.
Il fatto che esistano norme e test non significa che il problema delle finestre antieffrazione sia solo normativo: si tratta di un problema qualitativo. Per assicurare la qualità, per certe tipologie particolari di finestre (si pensi ad un lucernario apribile posto su un tetto), vengono fatte anche altre prove. Tra le prove svolte oggi, vi sono tentativi di effrazione mediante salti e calci contro l'infisso stesso, ma anche la forzatura delle cerniere con attrezzi da scasso, i tentativi di rimozione e di rottura/distruzione del vetro. Una vera finestra antieffrazione è una finestra che ha superato tutte queste prove.Il punto critico di un infisso è e resterà sempre l'incernieramento. Di conseguenza oggi si è diffuso molto l'impiego di cerniere rinforzate, mentre all'interno del vetro viene posta una barra metallica antieffrazione, così come è importante la presenza di un sistema di blocco della maniglia e, infine, del sistema di sicurezza antismontaggio del vetro.
A completare il quadro, oggi esistono vetri classificati, secondo un altro standard internazionale, come di classe P2A, appartengono a questa classe i laminati antieffrazione, che pur non essendo degli scomodi, spessi e fastidiosi vetri antiproiettile come quelli delle casse degli uffici postali, sono praticamente impossibili da rompere con corpi contundenti come martelli, scalpelli, accette.Se il ladro intende entrare in casa facendo uso della dinamite o di un esplosivo, ovviamente entrerà: la finestra antieffrazione a prova di bomba non esiste. Tuttavia questo ragionamento può valere per chi ha una casa in un luogo completamente isolato, per la casa di città o per l'ufficio in centro si può ragionevolmente supporre che il ladro non intenda fare rumore e attirare l'attenzione, quindi nessun allarmismo: i ladri non usano la dinamite.
Anzi, leggendo le statistiche rese note ogni anno dal ministero dell'Interno sui reati avvenuti in Italia, si scopre che le effrazioni di locali privati vengono praticate in oltre il 90% dei casi sollevando, perforando o sfondando porte e finestre. Di conseguenza, avere la casa con finestre antieffrazione può fare la differenza.
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