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Un pannello è realizzato a strati, trai quali sono comprese delle celle fotovoltaiche, un vetro temperato, dei substrati sintetici ben saldati e soggetti a una laminazione, una cornice interamente in metallo anodizzato e una pellicola in PVF. A tutto ciò è doveroso aggiungere tra le cose da smaltire cavi e giunzioni varie. Le singole celle hanno al loro interno del silicio, il quale conserva la propria capacità d'assorbimento dei raggi solari. Proprio per questa ragione queste sezioni dei pannelli possono essere riutilizzate in seguito. Tale discorso però non vale per il Film sottile, dal momento che il quantitativo di silicio al suo interno è fin troppo basso per poter pensare di sfruttarlo nuovamente in seguito. Dal Film sottile vengono semplicemente rimosse le parti in metallo e rame, da poter usare nuovamente in futuro. Finora sono stati analizzati i materiali che è possibile sfruttare ancora al termine del ciclo di un pannello, ma questo contiene anche sostanze come il telluro di cadmio, altamente nocivo, e che purtroppo fin troppe tecnologie ancora adoperano, nonostante si stia lavorando per identificare sostanze non dannose che possano sostituirlo.
Per gestire al meglio lo smaltimento è possibile rivolgersi a delle aziende specializzate, che hanno come unico obiettivo quello di occuparsi secondo le norme vigenti della bonifica dei materiali, riducendone i costi. Il piano operativo di tali società è quello di operare il riciclaggio delle sezioni in vetro e metallo unicamente sul suolo italiano. L'unico elemento che viene portato all'estero per essere lavorato è la cella solare. Questa fase prevede la generazione di gas serra, ma viene garantito che tali emissioni sono ridotte al minimo, così da avere un impatto minimo sull'ecosistema.
Il IV Conto Energia, risalente al 5 maggio del 2011, prevede sia per gli importatori che per i produttori un'adesione obbligatoria a un particolare consorzio impegnato nel recupero di ogni pannello fotovoltaico che abbia concluso il proprio ciclo vitale. Il processo prevede una responsabilità reciproca, che coinvolge allo stesso modo sia l'utente che fornisce il materiale da riciclare, sia l'azienda che dovrà prendersene carico in seguito. Grazie alle aziende operanti sul territorio nostrano l'Italia, nell'arco del 2011, è riuscita a piazzarsi al primo posto per "potenza entrata in esercizio"
E' molto difficile indicare un costo preciso per un'operazione di smaltimento dei materiali componenti un pannello fotovoltaico. E' possibile però parlare di un costo orientativo, pari a circa 250 euro per ogni tonnellata di materiale consegnato a un'azienda. Parlando in termini pratici occorre dire che un normale impianto, in grado di sopperire alle esigenze quotidiane di un'abitazione, dalla potenza pari a 3 kWp, presenta un peso che si aggira intono ai 280 kg. Una normale famiglia dunque, dopo ben 25 anni di regolare sfruttamento del sistema fotovoltaico, sarà costretta a spendere soltanto 70 euro per un corretto smaltimento. Una cifra decisamente bassa dato il risparmio garantito negli anni.
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