Riscaldamento autonomo

Riscaldamento autonomo: i vari tipi

Gli impianti di riscaldamento sono disponibili di tre tipi: a gas (metano), sotto traccia (tubazioni di rame) ed elettrici (termoconvettori).

L'irradiazione del calore può avvenire attraverso i termosifoni di ghisa e alluminio, con impianti di ultima generazione, con tubi di rame a pavimento o a parete e radiatori muniti di termoconvettore.

I termosifoni sono molto efficaci perché favoriscono la diffusione del calore grazie alla combinazione acqua e gas metano; infatti, la caldaia è costantemente riscaldata dall'acqua che s’introduce attraverso le tubature in ogni radiatore installato.

Oggi grazie alle nuove tecniche di riscaldamento, le condotte di rame possono essere installate sotto i pavimenti o lungo il perimetro di ogni stanza, e precisamente sotto i battiscopa,,o con termoconvettori che grazie a una pompa di calore, forniscomo una duplice funzione ovvero quella di raffreddamento in estate e riscaldamento nei mesi più freddi.

Riscaldamento autonomo

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Riscaldamento autonomo: funzionamento, vantaggi e svantaggi di ogni impianto

Riscaldamento autonomoI termosifoni (radiatori) sono i più utilizzati, anche per la facilità d’installazione.

I migliori sono quelli in ghisa che una volta accumulato il calore, lo conservano per un po’ di tempo. Ci sono anche quelli in alluminio che hanno il vantaggio di riscaldarsi velocemente rispetto alla ghisa, e l'installazione ha tra l'altro il vantaggio di costare poco e non richiede una conoscenza approfondita del settore.

Chi si diletta nel fai da te è quindi in grado (istruzioni alla mano) di realizzarlo senza particolari problemi. Tra gli svantaggi vi è il raffreddamento veloce, i consumi lasciano un tantino a desiderare e se nell'ambiente il freddo è eccessivo, o si apre una finestra, si è costretti a innalzare la temperatura con conseguente spreco di metano.

I termoconvettori, hanno molti pregi, e forse l'unico svantaggio è legato esclusivamente all'estetica; infatti, è necessario l'uso di un recipiente per raccogliere la condensa, salvo che non si risiede a un piano terra. In questo caso, è possibile sostituirlo con un vaso per piante e fiori o addirittura riciclarla per annaffiare il giardino, trattandosi in sostanza di acqua distillata ed ottima per il ferro da stiro a vapore. Anche i consumi sono accettabili, visto che fanno parte della categoria di elettrodomestici di classe energetica E di ultima generazione.

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    Riscaldamento autonomo: sistemi a pavimento e battiscopa

    Riscaldamento autonomoIl riscaldamento sotto i battiscopa prevede l'utilizzo di un tubo di rame che conduce l'acqua calda in lamelle radianti. L’aria fredda entra dalla parte bassa, si riscalda, ed esce dall'alto fino a riscaldare i muri anche per 2 metri di altezza. Al momento dell'installazione, per evitare l'ingombro delle canalette di copertura, conviene occultarle sotto il battiscopa.

    Un impianto del genere scalda in modo uniforme, consente un risparmio energetico di circa il 40%, è di facile installazione, quindi alla portata di un amante del fai da te ed inoltre non prevede particolari opere murarie se non l'incollaggio ex novo dei battiscopa.

    Per la pavimentazione, esistono diversi tipi di riscaldamento. Il primo è quello della posa di serpentine posti al di sotto di essa (grazie a solchi scavati nel massetto), e ideali per una nuova superficie piastrellata. Il secondo metodo, molto funzionale e innovativo, consente invece di ottenere il medesimo risultato senza necessariamente asportare la pavimentazione preesistente; infatti, si tratta di un tappeto simile alla moquette, con design e funzionalità, pressoché perfetti.


    Riscaldamento autonomo: la manutenzione

    Il riscaldamento autonomo qualunque sia l'impostazione, richiede un minimo di manutenzione limitata allo spurgo.

    Nei radiatori, è possibile farlo agendo sull'apposita valvola che fatta ruotare, consente di eliminare acqua con scorie e aria, garantendo una perfetta distribuzione di liquido nei vari elementi radianti.

    Gli interventi di manutenzione sugli impianti di terra o da parete, hanno un sistema identico, che si può tuttavia ottimizzare collegandolo a una centralina che consente secondo le esigenze, lo spurgo parziale o totale. Infine, per quanto riguarda i termoconvettori, la manutenzione richiede la pulizia periodica dei filtri, facilmente asportabili e lavabili con del normale detersivo. Altri interventi come lo spurgo non sono necessari, in quanto all'interno delle condotte circola soltanto aria che non genera calcare e nemmeno scorie.




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