Materiali inerti

Materiali inerti

L’atomo di un materiale inerte presenta un guscio di 8 elettroni esterni che lo rendono stabile.

Tra i materiali più comuni troviamo la sabbia e la ghiaia oppure particolari tipi di argille e resine, ed anche alcune fibre in vetro.

I gas nobili, chiamati così proprio perchè non reagiscono, sono anch’essi materiali inerti.

Un materiale può essere o meno inerte anche a seconda dell’ambiente in cui si trova. I depositi di calcare sono materiali inerti finchè si trovano in condizioni neutre o alcaline ma diventano reattivi in ambiente acido.

Nelle miscele di cemento i materiali inerti costituiscono circa l’80% del peso e costituiscono la struttura rigida di supporto, come lo scheletro per il corpo.

Materiali inerti

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Materiale inerte naturale

Materiale inerte naturaleIl materiale inerte allo stato naturale può essere reperito sotto forma di pietrisco su spiagge o letti di fiume, oppure viene ricavato dalla frantumazione di rocce o viene anche estratto da cave e successivamente ridotto in ghiaia o sabbia.

La qualità di un aggregato dipende in buona misura dalla sua natura petrografica, dalla composizione mineralogica e dalle proprietà fisiche e chimiche connesse.

La sabbia silicea è considerata la più idonea tra tutte.

Gli aggregati non devono contenere cloruri che potrebbero causare la corrosione delle armature. In particolare le sabbie di origine marina devono essere preventivamente sottoposte a trattamento prima del loro utilizzo, per eliminare eventuali depositi di cloruro.

I materiali inerti gassosi hanno anch’essi gusci elettronici completi. Tra i più comuni si ricorda l’elio, il neon, l’azoto N2, lo xeno ed il radon. I gas inerti sono particolarmente importanti perché, non contenendo sufficiente ossigeno per sostenere la reazione, non sono infiammabili. Non a caso essi vengono utilizzati su navi petrolifere o nei depositi di combustibile, riducendo moltissimo il pericolo di combustioni o esplosioni.

Il materiale inerte di origine naturale conferisce più resistenza alla pasta cementizia.

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    Materiale inerte da riciclo

    Materiale inerte da ricicloEsiste del materiale inerte derivante da scarti di produzione di strutture in calcestruzzo, semplice o armato, o dal riciclo di materiale proveniente dalla demolizione di edifici in calcestruzzo ed ha un costo decisamente inferiore a quello naturale.

    Il materiale inerte da riciclo è particolarmente apprezzato in quest’epoca vista l’enorme crescita di interesse verso le problematiche ambientali.

    Infatti il riciclo di aggregati determina una consistente riduzione sia dello smaltimento del materiale depositato nelle discariche che una minore estrazione di materiale dalle cave, consentendo quindi la preservazione dell’ambiente naturale.

    La normativa NTC 2008 stabilisce precisamente la percentuale di aggregato da utilizzare all’interno delle miscele, che viene calcolata rigorosamente in base alla provenienza e alla qualità del calcestruzzo riciclato.


    Qualità del materiale inerte

    La qualità del materiale inerte solido, è genericamente determinata dalla durezza, dalla purezza e dalla composizione granulometrica, oltre che dalla composizione mineralogica e dalle caratteristiche fisiche e chimiche.

    La purezza è una condizione necessaria per la qualità perché la presenza di sostanze organiche e vegetali potrebbero condizionare la capacità di adesione tra la pasta cementizia e l’aggregato, compromettendo la resistenza del prodotto finale. Per questo motivo il materiale viene preventivamente sottoposto a lavaggio al fine di eliminare le eventuali impurità.

    Un altro elemento fondamentale è il potere di assorbimento dell’acqua. La norma prevede parametri precisi da rispettare perché un materiale possa essere utilizzato. Se un materiale è molto poroso può assorbire molta acqua e quindi facilmente sfaldarsi in caso di gelo.

    Il prezzo del materiale è strettamente determinato dalla provenienza, dalla qualità, dalla quantità ed anche dalla distanza del luogo di acquisto. Il materiale in commercio deve avere il marchio CE, che attesta l’esistenza dei requisiti minimi stabiliti dall’Unione Europea.

    La norma europea di riferimento è la UNI EN 12620 la quale dispone che le miscele che contengono aggregati debba essere preventivamente collaudata prima del loro utilizzo.




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